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Generazione Futuro - Dicembre 2022

Come fare dell’arte la propria vita: la storia di Ilaria


Molto spesso quando si parla di arte si ha la percezione di aver a che fare con qualcosa di astratto, sicuramente raffinato ma relegato al rango di hobby e come tale un qualcosa a cui dedicarsi nel tempo libero. Per Ilaria Roccon, trentenne di Tai di Cadore, l’arte è molto di più di una semplice passione.

La incontro nel suo laboratorio, una stanza dall’atmosfera accogliente come il legno delle sculture che la decorano, e mi racconta di sé. L’arte è stata al centro degli interessi di Ilaria fin da subito. “Ho sempre saputo che nella vita avrei fatto questo” mi racconta fiera di quanto dice. “L’arte è il modo più sicuro e diretto con cui riesco ad esprimere me stessa, a trasmettere la mia personalità e quindi a sentirmi viva”. Sulla scia di questa consapevolezza Ilaria ha frequentato prima il Liceo Artistico di Cortina e poi l’Accademia delle Belle Arti di Venezia. Dopo la laurea si fa strada il desiderio di mettersi in proprio e così decide di lavorare per qualche anno occupando varie mansioni nell’intento di mettere da parte il necessario per coronare il suo sogno. Un periodo di sacrifici ma che le ha permesso infine di aprire la sua Partita IVA.

Oggi Ilaria crea su richiesta opere che spaziano dal bassorilievo in legno intagliato a mano dalle forme e dai motivi più classici, fino alle statue a tutto tondo che nascono dal suo genio creativo, il tutto con un unico denominatore comune: vivere della propria passione in ogni sua declinazione. A tal proposito mi precisa “A differenza di quanto sembra non mi dedico solo all’intaglio. Per me ogni forma artistica ha la stessa importanza. Scolpisco il legno perché è il materiale con cui ho più dimestichezza e familiarità, ma vorrei presto imparare a lavorare con la creta o il ferro battuto, anche se non è facile trovare dei maestri. Le uniche discipline che purtroppo non sento mie sono la musica e la danza, ma per il resto mi dedico al disegno, base preparatoria fondamentale per ogni mia creazione, alla pittura, al basso rilievo, … non mi do limiti”. Negli anni Ilaria è cresciuta professionalmente ma lei stessa ammette come la strada sia ancora lunga: “Non ci si improvvisa artisti: dietro c’è studio, preparazione, scelta dei materiali, prove, sperimentazione e spesso errori. Anzi, mi auguro paradossalmente di sbagliare. Se qualcosa ti riesce bene al primo tentativo non sei portato a cambiare e osare. Alle volte mi incaponisco nel tentare nuove lavorazioni sapendo che se sbaglio avrò sprecato ore e ore di lavoro, ma cosa vuoi farci…sono fatta così”. Un approccio apparentemente duro che però le è valso la partecipazione per due anni all’Arredamont di Longarone, occasione di confronto, ma anche momenti in cui elaborare ancor meglio la propria identità professionale, qualche volta scontrandosi in termini di vedute con le realtà produttive locali.

“Essere artisti significa esprimere con le proprie opere un’idea o un’emozione e farla trasparire senza che sia necessario spiegare nulla a chi osserva. Alle volte medito per settimane a come riuscirci, perché il sentimento c’è ed è chiaro, ma non mi è chiaro fin da subito come dargli forma. Per questo ogni opera è unica, perché nasce da quello che vivi e provi in quel preciso momento. Non è ripetibile, non si può copiare e per realizzarla ci vuole molto tempo. Per quanto l’arte sia istillata dentro ciascuno di noi non tutti riusciamo ad essere artisti. Io stessa non mi ritengo tale; del resto l’ambizione più grande è quella di essere definiti artisti dagli altri e ancora più gratificante sarebbe farsi riconoscere per le proprie creazioni. Non lavoro di certo con questo obiettivo, ma non posso negare che per chi vive di arte sia la cosa più emozionante”. Una visione profonda quella di Ilaria ma che non l’ha mai allontanata dall’essere tremendamente concreta. Dal 2017 infatti Ilaria tiene annualmente un corso di intaglio in cui insegna per gradi come scolpire il legno, senza limiti di esperienza ed età (“Ho avuto partecipanti di 8 anni fino a un novantatreenne! E dovessi vedere che entusiasmo”) e da quest’anno ha fatto ritorno al Liceo artistico di Cortina come insegnante. Cosa dici ai ragazzi per motivarli e trasmettere loro la tua passione? “L’adolescenza è un periodo della vita complicato già solo per il fatto di dover trovare il proprio posto nel mondo. Perciò ai ragazzi che vivono la tristezza, la paura, la rabbia o si trovano in difficoltà dico di disegnare. Perché nei momenti di sconforto, in cui vorresti che qualcuno capisse ciò che provi, origina la creatività e in questi casi l’arte permette davvero di dare voce a ciò che senti dentro”. Un insegnamento prezioso che speriamo guidi una generazione di giovani appassionati come Ilaria.


per Consulta Giovani Cadore Elena Quariglio




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