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Generazione Futuro - Luglio 2022

Storie di “vite”: il vino dalle mani di due giovani cadorini.

Per la prima trasferta al di fuori del Cadore vi porto a Sospirolo a conoscere Giulia Marchioni e Adriano De Martin, una giovane coppia originaria della Val Del Boite che negli anni ha messo le radici nella Valbelluna per coltivare (ed è proprio il caso di dirlo) il loro progetto. Tutto nasce dai ricordi d’infanzia di Adriano, quando nel periodo estivo trascorreva il tempo a Sospirolo a casa della nonna materna in un ambiente rurale immerso nella natura, quella natura che da allora ha imparato ad amare. Passano gli anni ma non si sbiadisce la passione e così, mosso da questo legame con le proprie radici, dieci anni fa decide di dar vita a un sogno: avere un vitigno e produrre il proprio vino. Si sposta a Sospirolo e inizia coltivando un ettaro di vite sul terreno della famiglia materna, imparando con l’esperienza e anche con gli errori come condurla, mettendoci una buona dose di dedizione e sacrificio e arrivando per un certo periodo a fare spola tra la tenuta di Sospirolo e Cortina, dove lavorava per la stagione estiva. Un lavoro lungo anni per rendere produttivo questo vitigno di uva Pavana e Bianchetta (varietà autoctone) e da qualche anno di Sauvigner Gris, coltivata rigorosamente ad agricoltura biologica e lavorata a mano dalla raccolta, filare per filare, all’imbottigliamento.

Tra tante scelte, perché proprio la vite e il vino in una zona come il Bellunese? Adriano ci spiega: “Anzitutto il vino a differenza di quanto si pensi era un prodotto di casa nel Bellunese. Il Clinton o il Baccò ne sono esempi e venivano prodotti in modo casalingo in queste zone da sempre. E poi anche mia nonna aveva alcune viti: mi hanno sempre affascinato e come per istinto mi sono avvicinato a loro più che ad altro. L’ho colta come una sfida per cui sono partito da qui: da ricordi, passione e territorio!”. Lo incalza Giulia che sottolinea: “Ci siamo focalizzati inoltre su una gestione sostenibile, perché è l’ideale che vogliamo trasmettere, perciò non usiamo prodotti chimici ma solo rame, zeolite, olio di arancio e altri rimedi innocui per la nostra salute e per l’ambiente. Richiede più lavoro perché ad ogni pioggia bisogna ripetere i trattamenti, ma vogliamo dimostrare che coltivare in modo ecologico si può al giorno d’oggi ed è un valore aggiunto”.

Anche Giulia ha dato il suo contributo nella crescita di questa splendida realtà. Da ex studentessa del Liceo artistico di Cortina ha rispolverato questo suo estro proprio a Sospirolo: “In questo habitat, tra bosco e vitigno, ho trovato di nuovo l’ispirazione. Ho iniziato decorando le bottiglie del nostro vino, di lì poi ho sperimentato andando a dipingere nel bosco senza i pennelli, con rami, foglie o quanto trovassi per dare vita a opere diverse: è stato così che ho ripreso a dipingere quadri. Parallelamente vorrei sviluppare un piccolo atelier per la creazione di accessori, suppellettili e piccoli oggetti di arredamento utilizzando anche in questo caso materiali naturali o di scarto e riciclando”. Un connubio perfetto quello tra natura e arte che in questo angolo della Valbelluna ha preso vita. Non è tutto. Queste sono le premesse su cui Adriano e Giulia stanno costruendo iniziative concrete di valorizzazione del vigneto, del proprio vino ma anche del territorio. A questo scopo hanno ideato iniziative come “Adotta una vite”, ma soprattutto hanno creato un folto calendario di manifestazioni per i fine settimana estivi in cui la cantina rimarrà aperta per accogliere gli ospiti. Tra queste iniziative “Un calice al volo”, “Goditi la vita” e in particolare gli “Aperitivi spettinati”, esperienza che nasce dalla collaborazione con le realtà enogastronomiche del territorio nell’organizzazione di aperitivi gourmet in cui alle pietanze ricercate si unirà la scelta di un vino della cantina De Martin. Proprio nel solco dell’ospitalità si stanno concentrando i progetti futuri di questi fantastici giovani. “Per valorizzare e offrire l’esperienza della vita a contatto con la natura, non avendo alloggi per il pernottamento, abbiamo pensato a qualcosa di nuovo” mi confida Adriano. “Vorremmo istallare una struttura alle porte del bosco molto simile a una tenda, con letti e servizi a portata di mano e la possibilità di una colazione servita nel cestino e da consumarsi in un contesto bucolico, il tutto secondo lo stile dell’agricampeggio, un format per sperimentare la vita all’aria aperta nei contesti rurali e nel caso nostro nel bosco incontaminato alle porte della valle del Mis. L’idea è abbastanza chiara e definita; in questo momento ci basterebbe qualche sicurezza economica in più. Se la stagione estiva andrà come promette riusciremo a realizzarla”. Da ultimo c’è il sogno nel cassetto: “Vorremmo tanto acquistare un altro ettaro per coltivarlo a vitigni locali e non, sempre all’insegna di tradizione e innovazione. Ci vorrà tempo e pazienza, ma quelle non ci mancano”. A tutti quindi l’invito a supportare questi ragazzi e il loro sogno, con una visita nella loro tenuta o un calice di vino.


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Per Consulta Giovani Cadore Elena Quariglio

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