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Generazione Futuro - Settembre 2022

LabelLess: la start-up giovanile vicina alla sostenibilità e al territorio.


In un momento storico in cui sembra difficile realizzare la propria idea lavorativa creando qualcosa di proprio c’è un gruppo di giovani di Caralte nettamente in controtendenza. Si tratta di Gabriele Kratter e dei suoi collaboratori che oramai da un anno gestiscono LabelLess, un brand di abbigliamento giovanile che racconta attraverso le proprie grafiche i temi della natura, del territorio e della sostenibilità.

Tutto inizia all’Istituto Superiore Da Vinci di Belluno in cui Gabriele scopre un vero interesse per la scuola e per le sue materie grazie alla bravura e al carisma di alcuni professori che, ricorda lui: “Mi hanno davvero appassionato alla grafica e multimedialità, come raramente succede nella scuola di oggi. Ho ritrovato la motivazione che avevo perso, disincantato da un’istruzione molto teorica e poco attenta ai ragazzi, e ho scoperto una passione fortissima”. Giunge l’estate del post-maturità e Gabriele con gli amici di Caralte con cui condivide oltre a un’amicizia di vecchia data anche la passione per la grafica, la fotografia e il modo di pensare, inizia a immaginare qualcosa di nuovo. “Assieme all’amico Giovanni De Bona abbiamo pensato a qualcosa che potesse identificare noi giovani di Caralte, un qualcosa di distintivo, che parlasse di noi e delle nostre radici ma al contempo del nostro essere particolari, speciali, una sorta di etichetta che ci descrivesse.

È stato così che, giocando con le nostre abilità grafiche e scherzando bonariamente su Caralte e la sua gente, abbiamo creato la prima felpa con la scritta LabelLess, che per l’appunto significa “senza etichetta”. Un modo per identificare noi della compagnia lanciando un messaggio sottile ma decisamente anticonformistico”. I ragazzi si accorgono presto che l’esperimento piace, soprattutto ai coetanei, e la creazione è tanto accattivante che decidono di far stampare una cinquantina di felpe che vanno letteralmente a ruba. Scatta così la molla: perché non commercializzare il prodotto e avviare così una start-up? Di lì il passo è breve. Aprono un profilo Facebook in cui pubblicano le foto delle proprie creazioni, disegnano il logo che diventa automaticamente simbolo del brand, danno spazio alla fantasia e alle abilità grafiche ideando nuovi modelli e capi che vendono su un negozio online. “In tutto ciò” ricorda Gabriele “Dobbiamo un ringraziamento ai miei professori del Da Vinci che ho contattato per consigli. Uno di loro in particolare ci ha supportati fin dall’inizio con consigli tecnici e pratici e ci ha coinvolti nel Dolomiti Innovation Lab di Belluno in cui abbiamo portato la nostra esperienza. È stato un punto di riferimento importante per noi che eravamo alle prime armi e si è dimostrato una volta di più non solo un professore, ma un maestro di vita e per la vita”. Nel frattempo a Gabriele e Giovanni si uniscono altri ragazzi della compagnia, ognuno con una competenza particolare, come Aldo che cura gli aspetti grafici e il sito, Nicola (o Nitch come preferisce farsi chiamare) che bada alle relazioni pubbliche, Tommaso che guida il drone, fotografa e dà il suo giudizio finale su ogni nuova collezione. La loro storia diventa esempio e partecipano alle giornate di autogestione scolastica raccontando la propria esperienza ai coetanei. Gabriele mi confida: “Da una di queste uscite ho tratto una delle soddisfazioni più grandi del progetto LabelLess: ci ha scritto uno studente che ci aveva seguiti dicendo che dalle nostre parole aveva trovato il coraggio di credere nel suo sogno e nella possibilità di realizzarlo. Essere di ispirazione a credere in sé è uno degli obiettivi che ci poniamo e in questo caso ci siamo davvero riusciti”. Con il tempo i ragazzi affinano anche la filosofia che sta dietro ogni prodotto, a partire dalla tutela ambientale e l’ecosostenibilità, temi centrali per chi vive in montagna e vuole preservarne bellezza e autenticità, ma anche l’aspetto etico del lavoro. Per questo continuano a sviluppare le proprie collezioni affidandosi a fornitori che lavorano in modo conforme ai propri principi di tutela dell’ambiente ed etica del lavoro, nel solco comune della sostenibilità. Il culmine di questo percorso è segnato dalla presentazione ufficiale al pubblico di LabelLess nell’agosto scorso nella splendida cornice dell’Azienda Agricola di Damos. “Abbiamo scelto l’azienda agricola di Giacomo perché crediamo fortemente nella sinergia tra giovani e nella promozione delle iniziative territoriali.

Solo facendo squadra e supportandoci a vicenda possiamo far crescere qualcosa di nuovo in Cadore e l’Azienda di Damos incarna perfettamente i nostri valori”. Qual è il bilancio dopo un anno di attività? “Senz’altro positivo: abbiamo riscosso un discreto successo, in molti ci seguono, abbiamo la nostra clientela e i nostri supporters affezionati, il gruppo di lavoro continua a ingrandirsi e le idee non mancano. È stato un percorso fatto anche di insegnamenti, alcuni ricevuti, altri tratti dall’esperienza che si matura man mano. Di certo stiamo riuscendo nell’intento di portare valore al nostro territorio creando qualcosa di inedito per il Cadore e speriamo anche un'opportunità per i giovani. Dall’altra continuiamo nell’opera di marketing: attualmente siamo presenti sulle piattaforme social, nel nostro sito internet con il negozio online e per quest’estate abbiamo allestito una showroom al Parco del Roccolo di Pieve dove tutti possono conoscerci di persona e vedere i nostri capi”. Per il futuro le idee di Gabriele sono chiare: “Nei prossimi mesi uscirà una linea di occhiali che stiamo creando in collaborazione con un’azienda locale e continueremo nella realizzazione di nuove collezioni. Nel lungo termine vorremo arrivare a influenzare le persone e in particolare i nostri coetanei sostenendo il cambio di mentalità verso la sostenibilità e l’attenzione all’ambiente. Sono i temi che ci consentiranno un futuro migliore e noi vogliamo fare la nostra parte”.


Per Consulta Giovani Cadore Elena Quariglio

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